martedì 14 ottobre 2014

Assaggi di lettura #8: "Prova d'Amore" di S.C. Stephens


Buongiorno cari lettori! Ieri vi ho postato la mia recensione di "Prova D'amore" di S.C. Stephens, promettendovi che avrei, a giorni, pubblicato una piccola scena del romanzo. Ed eccomi qui con l'articolo di oggi. Vediamo di mantenere la promessa!
 
La scena che vi andrò ad inserire è tratta dal terzo capitolo, intitolato "Distrazioni".
Kira è nervosa per il primo giorno di lezione. Diciamo che la sua è più una fobia che la perseguita da anni. Odia dover varcare la soglia d'ingresso dell'aula, e ritrovarsi inavvertitamente al centro dell'attenzione. Kellan, premuroso, ha ideato per lei un modo tutto suo per distrarla... giocare a strip poker. Razza di malandrino! ;)
Il pezzo naturalmente non contiene alcun spoiler, poichè siamo ancora all'inizio del romanzo, ma suggerisco lo stesso a chi non avesse letto il primo romanzo, di non inoltrarsi nella lettura della scena. Grazie a tutti e buona lettura!

Titolo: Prova D'amore
Autore: S.C. Stephens
Editore: Leggereditore
Serie: Thoughtless
Data di uscita: e-book 9 Ott / 23 Ott 2014
Prezzo: €14,00
Pagine: 498

Trama:
Dopo essere stata sorpresa nel bel mezzo di un triangolo amoroso che portò a un devastante tradimento, Kiera è impegnata ad imparare dagli errori commessi. È determinata a non infliggere mai più quel tipo di dolore a nessuno, in particolar modo all'uomo di talento che ha custodito il suo cuore. Ma la vita offre nuove sfide per ogni rapporto, e quando l'amore di Kira, verrà messo a dura prova, saprà sopravvivere? L'amore è facile, la fiducia è difficile.



 
Scena Strip Poker:

Quando avevo ormai iniziato a essere veramente interessata agli ecosistemi marini tanto da essermi sporta in avanti verso l’enorme maxischermo, lui ridiscese le scale. Completamente assorta in quello che stavo guardando, non mi resi conto del suo arrivo. Poiché non era abituato a essere ignorato, fece una specie di grugnito e si piegò per baciarmi sul collo. Quando le sue labbra sfiorarono la mia pelle sentii una scossa, poi chiusi gli occhi e inclinai la testa per dargli modo di muoversi meglio. «È questo che avevi in mente di fare per distrarmi?» gli chiesi in un sussurro, iniziando a pensare che non mi sarebbe dispiaciuto affatto se avesse continuato a distrarmi in quel modo per tutto il pomeriggio. Ridacchiando, mi cinse la vita e mi fece alzare dal divano. «No.» Mi toccò la punta del naso con un dito e mi sorrise. «Ho un’idea migliore.» Godendomi lo spettacolo di lui con addosso la mia maglietta blu preferita ‒ il blu faceva risaltare il colore dei suoi occhi rendendoli di una bellezza quasi incredibile ‒ arricciai le labbra in un broncio. «Non hai voglia di... giocare con me?» Credevo davvero che il suo piano fosse quello. Le sue labbra si incurvarono in un sorriso che sprizzava sesso, tuttavia lui scosse la testa. «Ah, ho intenzione di giocare con te.» Ridendo, mi prese per mano e mi condusse in cucina. Guardandomi al di là di una spalla, aggiunse: «Ma non nel modo che pensi tu.» Mi fece sedere a tavola e, piegandosi sulle mie spalle, mi diede un altro bacio sulla guancia. «Be’, almeno per ora.» Mentre scuotevo la testa e mi accigliavo chiedendomi cosa diavolo avesse intenzione di fare, lui iniziò a rovistare nei mobiletti della cucina. Canticchiando, con un sorrisetto sulle labbra e i capelli meravigliosamente incasinati e ancora umidi sulle punte, iniziò ad aprire e chiudere tutti i cassetti che c’erano. Proprio quando stavo per chiedergli cosa stesse cercando, fece un verso di soddisfazione e afferrò qualcosa dal fondo di un cassetto che straripava di roba. Con un sorriso furbo sul volto, si voltò verso di me e sollevò la mano per mostrarmi quello che aveva trovato. «Carte?» Scossi la testa sorridendo. «Hai intenzione di giocare a pinnacolo per tutto il pomeriggio?» Lui si accigliò e poi sollevò un sopracciglio. «Pinnacolo? Cos’abbiamo, sessant’anni?» Ricominciando a sorridere, aprì la scatola delle carte e lanciò l’involucro sul piano da lavoro. Dopodiché mi si sedette di fronte e iniziò a mescolarle. «No, giochiamo a poker.» Scuotendo la testa mormorai: «Non sono per niente brava a poker.» Il suo sorriso divenne ancora più luminoso. «Be’, per me va benissimo, dato che giocheremo a strip poker.» Sentendomi avvampare dalla testa ai piedi, mi alzai immediatamente. Kellan scoppiò a ridere e mi prese per mano. «E dài, ci divertiremo.» Inarcò le sopracciglia con fare allusivo. «Te lo prometto.» Sapendo perfettamente che il mio volto doveva essere rosso come un pomodoro, mi rimisi lentamente a sedere. «Kellan... non so...» Si appoggiò allo schienale della sedia e percorse lentamente tutto il mio corpo con lo sguardo. Quando raggiunse il mio viso mi chiese: «Ci hai mai giocato?» Sospirai e feci spallucce. «No.» Continuando a mescolare le carte, annuì e sorrise. «Bene. Quindi per te sarà una nuova esperienza.» Inclinò le labbra... meravigliosamente. «E io adoro farti vivere delle nuove esperienze.» Sotto il suo sguardo intenso, sentii il calore che avevo sulle guance propagarsi per il resto del mio corpo. All’improvviso mi ritrovai ad avere un’incredibile voglia di giocare. Non mi ricordavo nemmeno più da cosa dovessi distrarmi, e probabilmente lo scopo di tutto era esattamente quello. Dopo essermi messa i capelli dietro alle orecchie, rivolsi il pollice verso le finestre spalancate. «E i vicini?» Lui si strinse nelle spalle. «Che hanno?» Distogliendo lo sguardo dall’ardore dei suoi occhi, deglutii. «Non voglio che... mi vedano.» Con una risata roca, si alzò e tirò giù le tende che erano arrotolate in cima alle finestre. Non appena le ebbe chiuse, tornò a sedersi e alzò un sopracciglio. «Va meglio?» Annuii, incredula di avere davvero deciso di fare questa cosa. Lui scoppiò a ridere. «Ti farebbe sentire meglio se ti dicessi che nemmeno io sono molto bravo a poker?» Rise ancora di più e scosse la testa. «Di solito sono il primo a restare nudo.» Spalancai gli occhi e lo fissai. «Ci hai già giocato?» gli chiesi stupidamente. Dopotutto era Kellan, l’uomo che aveva fatto ménages à trois come se fossero stati passeggiate di salute. Era ovvio che avesse giocato anche a strip poker. Probabilmente aveva partecipato a giochi molto più spinti di quello, giochi a cui non volevo neanche pensare. Lui si limitò a sorridere e ad annuire con un’espressione divertita sul volto. Dopodiché iniziò a distribuire le carte e a spiegarmi le regole. Io lo ascoltai e mi ringraziai mentalmente per essermi messa addosso un bel po’ di strati quel giorno. Nel corso del pomeriggio persi le scarpe, i calzini, i jeans e tutte le magliette tranne una. Kellan non era messo molto meglio, aveva perso la maglietta alla prima mano e i jeans per un bluff che non gli era riuscito per niente bene. Grazie al cielo di solito le ragazze indossano più vestiti degli uomini. Sentendomi più rilassata, mi misi a ridere e gli mostrai una coppia di donne, e lui dovette piegarsi per togliersi l’ultimo calzino superstite. Scosse la testa e mugugnò: «Battuto dalle donne... la storia della mia vita.» Ridacchiando, gli lanciai un bacio nell’aria e distribuii le carte per un’altra mano. Kellan raccolse le sue cinque carte, le prese in mano e iniziò a studiarle. Stavamo giocando al poker tradizionale e non al Texas hold’em che si vedeva sempre in tv. Come si poteva intuire dalla sua macchina, a Kellan piacevano le cose classiche. Si appoggiò allo schienale della sedia col volto privo di qualsiasi espressione. Non che stessi guardando il suo viso più di tanto. Il suo petto nudo mi distraeva decisamente troppo. Sembrava fin troppo a suo agio a stare nudo accanto al frigorifero. Tentai di imitare la sua nonchalance, concentrandomi sul fatto che ero ancora molto più vestita di lui, ma era un po’ strano stare seduta a tavola in mutande. Giocherellando con la collana che mi pendeva dal collo, studiai le carte. Avevo una coppia bassa, non era male, ma non era neanche un granché; dovevo cambiare tre carte e incrociare le dita. Quando sollevai lo sguardo, mi accorsi che Kellan mi stava fissando con un sorrisetto sulle labbra. Sollevò un sopracciglio. «Nervosa?» I suoi occhi corsero alla mia collana e io smisi immediatamente di giocherellarci. Il pensiero di dovermi togliere l’ultima maglietta mi rendeva molto più nervosa della brutta mano di carte. Naturalmente, se avessi vinto, Kellan si sarebbe dovuto togliere quei deliziosi boxer neri che gli piacevano tanto. E non credevo che ne indossasse due paia quel giorno. Rivolgendogli un sorriso ironico, scossi la testa. «No.» Lanciai un’occhiata al suo corpo e alzai un sopracciglio. «E tu?» Lui scosse la testa mordicchiandosi il labbro. «No. Anzi, non mi serve nessun’altra carta. E a te?» Trattenni il cipiglio che mi stava per corrugare la fronte. Le mie carte non erano affatto buone, avevo solo una coppia di tre. E se avessi cambiato delle carte Kellan lo avrebbe capito. Non volevo dargli questa soddisfazione, soprattutto ora che le sue labbra si erano arricciate in un sorriso tremendamente sexy. Sollevando il mento, cercai di ricordare a me stessa che Kellan giocava piuttosto male, e quindi era molto probabile che in mano non avesse niente. Scossi la testa sorridendo. «No, sono a posto così.» Lui si passò la lingua sul labbro superiore e se la fece scorrere fra i denti. Quel gesto era assurdamente sensuale e le mie labbra si schiusero. «Sì, lo so» sussurrò lui appoggiando le carte sul tavolo. E io feci lo stesso. Con lo sguardo fisso sulla sua bocca non mi ero accorta di quali carte avesse calato. Quando lo vidi ridacchiare, arrossii e abbassai lo sguardo. «Cavolo.» Scuotendo la testa, osservai la sua coppia di... quattro. Mi aveva fatto credere che il suo fosse un bluff, e sfortunatamente ci ero cascata. Lo guardai con espressione triste. «Devo proprio?» Mettendosi a ridere, si appoggiò allo schienale e incrociò le braccia sul petto. «Una scommessa è una scommessa, Kiera.» Col sorriso sulle labbra, iniziò a fissarmi spudoratamente il seno. Sospirando di nuovo, presi il bordo della maglietta. Mi aveva già vista decine di volte e comunque avevo il reggiseno, eppure c’era qualcosa di snervante nello spogliarsi in pieno giorno con gli occhi di Kellan puntati addosso e le sue mani lontanissime. Il mio respiro divenne più rapido. «Come hai fatto a convincermi a fare questa cosa?» mormorai sfilandomi la maglietta dalla testa. Quando il mio semplicissimo reggiseno di cotone bianco fu in bella vista, gli occhi di Kellan iniziarono a infiammarsi. Passandomi le mani sulle braccia, resistetti all’impulso di cercare di nascondermi. Mi aiutò il fatto che Kellan mi stesse guardando come se indossassi la biancheria più sexy della terra e come se le mie curve fossero le più voluttuose che avesse mai visto. Quando finalmente sollevò lo sguardo sul mio viso, il suo sorriso divenne smaccatamente malizioso. «Adoro questo gioco.» Mi misi a ridere e gli lanciai addosso la maglietta. Proprio mentre la stava annusando con un’espressione ebete sul volto, suonarono alla porta. Cercai immediatamente di riafferrare la mia tshirt, ma Kellan si alzò e si allontanò. Quando l’appoggiò sul piano da lavoro il suo viso si accese. «Ah, bene, è arrivato il cibo.» Incrociando le braccia sul petto e le gambe l’una sull’altra, mi resi drammaticamente conto di quanti pochi vestiti mi fossero rimasti addosso. Quando Kellan si alzò in piedi e si mise le mani sui fianchi, fu altrettanto chiaro che a lui era rimasto un solo pezzo di stoffa a nasconderlo dagli occhi del resto del mondo. «Che cibo? Di cosa stai parlando?» gracchiai sentendo le guance andarmi in fiamme. Lui scrollò le spalle sorridendo. «Pensavo che iniziassi ad avere fame, così ho ordinato una pizza mentre eri in bagno.» Restai a bocca aperta e lui si avviò fuori dalla cucina. «Kellan!» Si voltò verso di me e io indicai il suo magnifico corpo... seminudo. Si batté le mani sul petto e poi sui fianchi. «Ah... giusto.» Si avvicinò sorridendo al cumulo di vestiti vicino al tavolo. Pensai che avrebbe preso i jeans e se li sarebbe infilati, e invece si limitò a infilare la mano in una delle tasche. Alcuni secondi dopo tirò fuori il portafogli. «Devo prendere i soldi.» Bofonchiai qualcosa di incomprensibile e lui si protese verso di me per darmi un bacetto. Mentre stavo ancora gesticolando verso il suo corpo liscio e muscoloso in bella vista, uscì dalla stanza per andare a prendere la consegna... solo in boxer...


Ahahhaha... Che cosa ne pensate? Questa è stata una delle scene più divertenti del romanzo. Kellan, come potete vedere, non è cambiato di una virgola. Sempre il solito malizioso e impossibile ragazzo, di cui la maggior parte delle ragazze si è innamorata. Che ne dite, gliela diamo una seconda possibilità? ;)

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